Analisi Videointervista a cura di Alessandro Monari (21.02.2019)
Parla Paolo Tonelli, di Riva del Garda.
L’intervista si apre con un discorso del Signor Paolo riguardo alla nascita del suo interesse per il sociale. L’infanzia all’oratorio e le frequentazioni del tempo gli permettono di scoprire la sua passione per le dinamiche politiche e sociali del paese in cui vive, portandolo ad avvicinarsi al mondo dell’assistenzialismo. Comincia con la partecipazione a programmi di aiuto per il terzo mondo e l’America Latina, arrivando alle associazioni europee fino ad approdare in Trentino, tornando alle condizioni oggettive della sua terra.
Gli anni in cui il suo approccio al mondo dell’assistenza diventa più stabile sono anni di rivoluzione e cambiamento. L’associazionismo dilagava e da ciò nasceva la voglia di riunirsi per studiare le difficoltà e le condizioni sociali del proprio paese, ed è proprio a questo che Paolo fa riferimento spiegando che anche tutti i coetanei intrapresero la sua strada.
Crescendo, Paolo entra sempre più nel vivo dell’esperienza professionale in Provincia ricoprendo cariche come: assistente alla presidenza della Federazione Trentina della Cooperazione, consigliere comunale di Riva del Garda e successivamente consigliere regionale.
Notiamo che il lavoro all’interno delle istituzioni politiche di Provincia e Regione è per Paolo tutt’ora ragione di soddisfazione. Molte delle proposte innovative che lui, come consigliere, ha portato al vaglio della politica interna, sono poi diventate vere e proprie leggi che ancora oggi vengono applicate.
I progetti nati dall’impegno della giunta Provinciale, a cui partecipava attivamente, avevano come obiettivo quello di ristabilire e mantenere la dignità di ogni persona in materia di lavoro, di salute e di vita sociale. Ciò che Paolo cita come ‘Il Progettone’ non è altro che il frutto di un duro lavoro istituzionale e sociale che ha permesso di fornire redditi più equilibrati e opportunità di lavoro utili alla società e al lavoratore coinvolto. Il cittadino disoccupato, ad esempio, poteva prendere parte a lavori utili partecipando così anche alla cura del territorio e venendo poi retribuito regolarmente. Ciò a cui miravano la giunta ed i collaboratori del Signor Paolo lavorando al ‘Progettone’ era la possibilità di avere più equità ed una maggiore possibilità di dialogo tra le istituzioni e i cittadini. Il progetto affrontava e talvolta riusciva a far superare le difficoltà causate dalla mancanza di lavoro o da qualsiasi altra situazione di disagio sociale.
Un’altra importante questione affrontata dalla giunta a cui partecipava Paolo riguarda le barriere architettoniche. Nonostante il ritardo nell’omologazione da parte dell’Italia alle norme contro le barriere architettoniche, rispetto al resto d’Europa, la giunta della Provincia ci si dedicò con impegno. Alla base della battaglia contro questi impedimenti c’era la necessità di promuovere l’uguaglianza tra tutti i cittadini, anche quelli disabili che potevano cominciare a muoversi liberamente all’interno della realtà vissuta dal resto della società, partecipandovi davvero.
La collaborazione con il Partito Comunista, il Partito Socialista ed il Popolo Trentino Tirolese diede vita ad un’importante proposta: la legge del Difensore Civico. Il difensore civico rappresenta una figura a tutela del cittadino che ha il compito di accogliere i reclami non accolti in prima istanza dall’ufficio reclami della società che eroga un servizio. L’importanza di questa figura, secondo la legge proposta da Paolo e collaboratori, mirava a istituire un’ulteriore figura di riferimento per la società che poteva sentirsi tutelata sotto ogni punto di vista.
Tutti i progetti ideati, sostenuti o riproposti da Paolo e la giunta di cui era consigliere miravano alla tutela e alla salvaguardia del cittadino in quanto partecipante alla società che, con il supporto delle istituzioni, poteva aumentare la propria coesione attraverso la collaborazione e l’assistenza.
Un altro argomento di grande interesse per il Signor Tonelli è la nascita delle cooperative.
Le sue parole fanno intendere che lo sviluppo cooperativo è stato fondamentale per la crescita economica del Trentino e che, tutt’ora, i risultati dell’impegno della giunta nella promozione della cooperazione sono evidenti e rimangono la spiegazione migliore per la solidità economica del territorio.
‘…Non doveva essere una politica classica della Provincia autonoma ma doveva rappresentare un coinvolgimento di tutte le forze politiche. Ecco perché il Consiglio provinciale era pronto a interessarsi a lavorare per costruire una cultura di pace, insomma, uno strumento di consulenza da parte delle forze politiche, di quelle di maggioranza.’ afferma Paolo.
Nonostante le grandi opere d’assistenza e di amministrazione svolte da Paolo e dalla giunta, durante l’intervista non si omettono le difficoltà che ostacolavano lo svolgersi dei progetti proposti.
La gestualità e il tono assunto dall’intervistato traducono grande risentimento nei confronti delle forze politiche e di quelli che definisce i ‘poteri forti’. La propensione della Provincia, in quanto territorio autonomo, alla cooperazione si pone in contrasto con diverse delle idee delle politiche statali e questo ha sempre rappresentato un grande ostacolo per il lavoro svolto dalla giunta. Un ulteriore impedimento per la promozione dell’equità sociale era, secondo Paolo, la discriminazione nei confronti dei disabili, degli stranieri e dei poveri presenti sul territorio. A causa della diffusione di pregiudizi contro queste categorie la di promozione dell’aiuto tra i cittadini, con l’obiettivo di evitare le disuguaglianze, diventava difficile.
Ma il Signor Tonelli crede speranzoso di poter rispondere attraverso uno sguardo diverso, cioè l’occhio dei più poveri.
‘Capisco come posso agire su questa realtà partendo sempre dalla posizione del più svantaggiato, del più povero e allora probabilmente tutto si risolverebbe. Tutte le azioni concrete dovrebbero essere appunto sempre riferite a quello sotto, all’ultimo e io penso che questo sarebbe una grande operazione di giustizia che invece spesso non c’è.’ ci confessa.
I ricordi che Paolo ci riporta sono legati ai successi e all’amarezza di non aver potuto agire come avrebbe voluto. Le parole dell’intervistato traducono la soddisfazione di aver vissuto la vera epoca rivoluzionaria dei sessantottini in modo costruttivo. L’esperienza di quegli anni ha permesso a Paolo di comprendere meglio i problemi istituzionali e le possibili soluzioni da applicare ad essi. Vivere in piena rivoluzione, dice, ha aumentato la sua consapevolezza riguardo a ciò che si poteva fare e ciò che invece doveva essere lasciato al potere politico dell’epoca.
Ciò che, invece, ricopre i ricordi di amarezza è la grande discriminazione nei confronti delle minoranze non solo politiche ma anche sessuali o culturali del tempo. Il tono assunto dall’intervistato lascia trasparire la rabbia nei confronti della mancata comprensione nei confronti delle minoranze culturali e sociali che anche oggi persistono all’interno della società.
‘L’amarezza più spaventosa è proprio che, anche oggi, invece di marciare verso l’accettazione dell’altro la società ha marciato esattamente verso l’opposto’. Dice amareggiato.
Le difficoltà, le conquiste istituzionali e il continuo impegno portano il Signor Tonelli a considerare il proprio ruolo molto importante anche per quanto riguarda la sua crescita personale.
Le espressioni facciali ci comunicano la soddisfazione e la passione che gli hanno sempre permesso di lavorare per ciò in cui credeva, ottenendo risultati importanti anche per la società. Il sentimento di gratificazione che lo accompagna oggi, ci comunica, è frutto delle esperienze lavorative e di vita che caratterizzano il suo percorso lavorativo.
L’intervista si conclude con un importante messaggio di vita che Paolo vuole lasciare allo spettatore:
‘Io credo che nella vita la dote principale di una persona sia la bontà.
La bontà è quella che ti porta ad ascoltare, che ti porta ad aprirti sempre e comunque.
Io penso che la bontà sia un elemento importante.
La bontà vale per tutte le persone del mondo ma come tante altre cose cambia, aumenta o diminuisce a seconda di dove sei nella catena di comando, nella catena del potere.
Credo che man mano che si sale nella catena del potere, se sei un sindaco, se sei un assessore provinciale, se sei un ministro, la tua bontà deve salire e aumentare insieme a te.
La cattiveria è una cosa terrificante, è l’avanguardia della guerra.
Io non voglio essere un filosofo; però molto semplicemente a me sembra che l’essere buoni sia determinante.’ conclude.
Parole toccanti che mettono in risalto la personalità magnanima che caratterizza il Signor Tonelli. Magnanimità che ha dimostrato durante tutto il suo percorso di vita.