Un ponte fra due epoche di Bruno Bortoli – Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
Eileen Louise Younghusband (Londra, 1° gennaio 1902 Raleigh, NC, 27 maggio 1981)
Dame Eileen Younghusband, come viene ricordata in virtù del titolo onorifico attribuitole per i meriti verso la sua nazione, è una figura-ponte nello sviluppo del lavoro sociale, sia per il suo Paese, sia per il contesto internazionale. La sua condizione familiare e le sue esperienze giovanili sono per molti aspetti analoghe a quelle vissute, qualche decennio prima, da Octavia Hill e Beatrice Webb in Gran Bretagna, o ancora da Jane Addams negli Stati Uniti. Il suo distanziarsi da un retroterra socioculturale privilegiato, per manifestare un interesse originale verso le condizioni delle persone in difficoltà, ce la fa apparire dotata di quello stesso spirito pionieristico che aveva caratterizzato i fondatori del social work.
Ancora, proprio come le antesignane dell’epoca vittoriana, la Younghusband — che, a rigore, non appartiene a tale era — concepisce il servizio alla comunità come un dovere morale per chi, come lei, era stato privilegiato nel censo. Ciò viene coniugato con l’abilità di utilizzare la propria posizione nell’establishment e i propri legami influenti per ottenere sostegno economico e istituzionale alla causa del social work.
Nello stesso tempo, però, le differenti contingenze storiche e l’evoluzione che nel frattempo ha caratterizzato le istituzioni sociali la vedono offrire un significativo contributo tecnico tanto nell’ambito formativo quanto nella ricerca e nella divulga zione, in un contesto ormai aperto allo sviluppo del lavoro sociale come professione. I suoi interventi in campo formativo e pubblicistico, quindi, sono quelli del social work inteso non più come «causa per cui battersi» ma come «funzione», secondo la terminologia utilizzata da Porter R. Lee: ossia quell’azione lenta, metodica e organizzata che permette di dare effettiva durata allo slancio entusiastico di chi ha fatto da guida agli inizi (Bortoli, 2006, p. 273).
Anche la sua carriera accademica alla London School of Economics di Londra, come studentessa e poi come docente, è un segno di questo slancio che diventa funzione stabile: la partecipazione alla costruzione del welfare state britannico come messa in pratica degli obiettivi del movimento dei Fabiani, impersonato dai coniugi Webb.
Eileen Younghusband costituisce una sorta di ideale collegamento fra l’era pionieristica del social work e quella in cui esso si evolve a livello internazionale. Permeata dello stesso spirito che aveva animato Alice Salomon e René Sand (non a caso verrà chiamata al ruolo di vertice nella International Association of Schools of Social Work IASSW, ricoperto in precedenza da ambedue), dedicherà gli ultimi decenni della sua vita a proporre una concezione operativa del social work unitario, generic, ossia di base e volto essenzialmente a favorire l’accesso dei cittadini ai servizi, in coerenza con il contemporaneo sviluppo delle politiche sociali finalizzate a fornire risposta ai bisogni collettivi di istruzione, reddito e salute, nei Paesi occidentali più modernizzati.
Famiglia, studi e formazione
Eileen era figlia di sir Francis Edward Younghusband (1863-1942): padre non comune, che ebbe una profonda influenza sulle sue scelte formative: militare, diplomatico, esploratore (famoso per le sue scoperte nell’Asia centrale e per aver guidato la spedizione britannica nel Tibet nel 1903-04) e mistico (è sua l’idea di fondare un organismo per la valorizzazione di tutte le fedi: il World Congress of Faiths). La madre Helen Augusta, invece, era figlia di un parlamentare del Bedfordshire, più attenta a coltivare le relazioni nella sua cerchia sociale. Sembra sia rimasta stupita nel vedere la giovane Eileen preferire il volontariato negli slums ai salotti londinesi. Quest’ultima trascorse una parte dell’infanzia nel Kashmir, dove il padre risiedette tra il 1906 e il 1909. Al ritorno in Inghilterra nel 1910 proseguì i suoi studi privatamente. Dal 1924 al 1929 frequentò la London School of Economics dove ottenne un diploma in studi sociali e uno in sociologia. Nel 1929 ebbe un incarico come tutor nell’ambito degli studi sociali e venne incardinata come lecturer a tempo pieno quattro anni dopo. Questa prima parte della sua attività accademica proseguì fino al 1939. In quello stesso anno assunse l’incarico di responsabile della selezione e della formazione degli educatori per la National Association of Girls’ Clubs, attività che svolse fino al 1944. Contemporaneamente diresse i corsi organizzati dal British Council per le donne rifugiate. Nel 1944 riprese il suo ruolo accademico che lasciò nel 1959, stanca di contrasti con una parte dell’ambiente universitario che non vedeva di buon occhio le sue scelte di organizzazione formativa per il social work.
Già alcuni anni prima della frequenza universitaria aveva avuto modo di mostrare la sua vivace personalità: sfuggiva alla cerchia sociale londinese prevista per lei per interessarsi, invece, dei membri meno fortunati della società. Si era dedicata alla Bible class per ragazzi a Stepney: qualcuno di loro sessant’anni dopo partecipò al suo funerale, testimoniando quanto la sua presenza fosse stata significativa.
Questa attività di volontariato gravitava attorno al Bermondsey Settlement, un’istituzione avviata nel 1891 dal pastore metodista John Scott Lidgett, con finalità analoghe a quelle dell’iniziativa intrapresa da Samuel Barnett qualche anno prima. Il quartiere era lo stesso, l’East End di Londra, un’area molto famosa nell’ambito del social work di epoca vittoriana per la concentrazione di povertà che la contraddistingue, dove William Booth aveva predicato il Vangelo sotto una tenda (dando avvio a quello che si sarebbe poi chiamato Esercito della salvezza) e dove, appunto, venne istituito Toynbee Hall, il primo settlement del mondo.
Nel 1933 la Younghusband fu nominata giudice di pace nel distretto di Stepney, un incarico che ricoprì per più di trent’anni e all’interno del quale, per dieci anni, esercitò la sua funzione nella giurisdizione minorile come presidente della corte del distretto di Hammersmith, stupendo i funzionari per l’attenzione con la quale continuava a seguire le vicende dei minori che passavano dal suo tribunale.
Una persona riservata
I biografi la descrivono come una persona riservata, che volle rimanere nubile. Chi l’ha conosciuta ricorda come non fosse particolarmente versata per la musica o per l’arte ma avesse «un dono particolare per l’amicizia» (Lyons, 2003, p. 160). I legami venivano coltivati per telefono, per lettera e con visite frequenti. Anche per questo era sempre pronta a spostarsi e, quando fu libera dagli impegni universitari, i suoi viaggi, spesso intercontinentali, furono molto frequenti. Sembra non sia mai appartenuta a nessuna chiesa, forse per fedeltà al padre, che aveva fondato il Congresso mondiale delle fedi per il rispetto e la tolleranza di ogni credenza religiosa.
La sua «carriera» di operatrice sociale nei quartieri poveri di Londra può apparire come una reazione alle aspettative sociali della sua famiglia. Sicuramente questo favorì in lei «un senso acuto dell’ingiustizia sociale e l’istinto a combatterla» (ibidem, p. 161), la aiutò a comprendere le privazioni di una grande quantità di cittadini e rappresentò la base esperienziale su cui costruì la sua successiva attività di formatrice, di organizzatrice, di ricercatrice sociale e di consulente.
L’interesse verso l’infanzia, i giovani e le famiglie continuò per tutta la sua vita lavorativa: attraverso il suo ruolo di giudice di pace, ricordato sopra; con l’attività accademica alla London School of Economics nella quale avviò, in forma sperimentale, una formazione al lavoro sociale che sarebbe stata il prototipo di quella proposta in tutta la Gran Bretagna fin quasi ai giorni nostri; ancora, infine, attraverso la sua attività di ricercatrice e di consulente per organismi sociali nazionali e internazionali.
Date un pesce a un uomo…
Il corso avviato nel 1954 presso la London School of Economics rappresentò il modello per la formazione al lavoro sociale in altre università (nel 1961 ne otterrà il diploma onorario). La Younghusband insisteva nel dire che una buona pratica di lavoro sociale non si basa soltanto sull’acquisizione di conoscenze e di abilità, ma anche sullo sviluppo di qualità personali. «Date un pesce a un uomo e mangerà per un giorno, insegnategli a pescare e mangerà per il resto della sua vita»: questo proverbio orientale, a suo giudizio, esprimeva la funzione centrale del social work. È una massima molto conosciuta e molti altri, prima di lei, vi avevano fatto riferimento. Fu lei, però, che riuscì davvero a costruire le effettive condizioni per un cambiamento delle concezioni e delle istituzioni del social work tanto in Gran Bretagna quanto in altri Paesi.
Eileen Younghusband è autrice di due rapporti, finanziati dalla Fondazione Carnegie per il Regno Unito — il primo nel 1947 e l’altro nel 1951 —, in cui pone le basi di una professione unitaria proponendo il generic training, un set di conoscenze di base comune per tutti gli operatori sociali.
Nel 1955 il Ministro della sanità la invitò a presiedere la commissione incaricata di analizzare l’attività degli operatori sociali attivi nei servizi sociali e sanitari (Working Party on Social Workers in the Health and Welfare Services). Il rapporto di tale commissione, chiamata Younghusband Committee, raccomandava che i corsi di formazione venissero attivati sia nei politecnici sia nelle università. Da ciò derivò nel 1962 l’istituzione del Council for Training in Social Work il quale, in analogia a quanto avveniva negli Stati Uniti, era l’organismo responsabile della promozione e dell’accreditamento del diploma in social work rilasciato dai singoli centri di formazione.
Un’ulteriore raccomandazione della Younghusband riguardava la costituzione di un organismo di studio e di ricerca che aiutasse operatori e funzionari, politici e associazioni di solidarietà sociale a innalzare il livello della pratica professionale nell’ambito dei servizi sociali. Ciò trovò realizzazione nel 1961 con l’istituzione del National Institute for Social Work, all’interno del quale la Younghusband trasferì la sua esperienza e la sua concezione del lavoro sociale, divenendone la principale consulente tra il 1961 e il 1967.
La commissione Younghusband e gli incarichi internazionali
Il contributo offerto da Eileen Younghusband al progresso disciplinare e scientifico del lavoro sociale va equamente suddiviso tra le aree della formazione, dell’analisi della pratica professionale e dell’organizzazione dei servizi sociali. L’abitudine dell’amministrazione britannica di fare ampio uso delle commissioni di studio per valutare le prassi organizzative e proporre modifiche migliorative trovò in Eileen Younghusband un’interprete d’eccezione. Comunque, la grande importanza che attribuiva a questi strumenti e più in generale all’amministrazione pubblica dei servizi sociali non gli fece mai perdere di vista l’obiettivo principale: affrontare i bisogni dei singoli cittadini. In maniera analoga, la sua convinzione circa la bontà delle politiche sociali di welfare non annebbiò mai il suo spirito critico: la «riscoperta della povertà», verso la metà degli anni Sessanta, a suo parere era dovuta anche al mancato coordinamento dei diversi interventi succeduti allo smantellamento della vecchia Poor Law, avvenuto nel 1948. «La ricerca [effettuata dalla commissione Younghusband] ha sviscerato la complessa e diversificata gamma di prestazioni assistenziali. [Si è rilevato che] mancavano del tutto un monitoraggio […] e una sistematica raccolta di dati sulle persone in situazione di bisogno e sulla natura delle loro necessità. Non vi era alcuna consapevolezza che la classificazione dei casi secondo criteri sanitari non necessariamente corrispondeva alle analisi del social work» (Lyons, 2003, p. 162). Così la Younghusband sintetizzava la situazione:
[…] caotica, con del buon lavoro mescolato a interventi inutili e ad altri addirittura dannosi. [In particolare manca] un senso di direzione basato sui dati di fatto, non c’è nessun impegno per la revisione dei casi, le registrazioni sono inadeguate. (Ibidem, p. 163)
Questa situazione si accompagna alla constatazione dell’inadeguata preparazione professionale degli operatori sociali e della mancanza di incentivi per uno sviluppo della professione. Il compito della commissione era dunque quello di trovare il modo di modernizzare «un servizio stagnante». La chiave di volta venne individuata nel cambiamento dei modelli formativi. Tuttavia, ritenendo che i pochi corsi universitari esistenti non sarebbero bastati per la preparazione dei numerosi operatori necessari ai servizi, la Younghusband propose un biennio di formazione di base, fuori dalle università e all’interno dell’istruzione superiore. In seguito tale scelta fu valutata come positiva, anche se aveva avuto l’indesiderata conseguenza di marchiare il lavoro sociale come un’occupazione di serie B, rispetto a quelle per le quali era necessaria una formazione universitaria come primo livello di accesso. Nei vent’anni successivi si proposero dei correttivi, volti soprattutto a integrare la formazione universitaria con contenuti decisamente professionalizzanti, in modo da salvaguardare l’efficacia della formazione innalzando contemporaneamente lo status del diploma.
Poco prima della sua morte, osservando tale evoluzione in relazione a un manuale appena pubblicato, Eileen Younghusband rilevava come il libro fosse ben presentato, più analitico, basato su conoscenze coerenti e più sofisticate di vent’anni prima, anche se i contenuti erano essenzialmente gli stessi. Ma non veniva più insegnata la storia della professione; ora — affermava Eileen — «non potete sapere dove state andando, se non sapete da dove venite» (ibidem, p. 164).
La Younghusband fu infaticabile sul piano internazionale. Dopo la seconda guerra mondiale lavorò per l’United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA), organismo a cui si deve la promozione e il sostegno della formazione al lavoro sociale nei Paesi europei, compresa l’Italia, dove tali aiuti furono determinanti per l’avvio della professione. Fu chiamata come consulente presso la sede ONU di Ginevra. Questa esperienza è testimoniata dai suoi rapporti sulla formazione al lavoro sociale nel mondo, ricchi di dati e informazioni. Fu inviata in missione in Grecia e Hong Kong; nel 1952 effettuò delle visite di studio in India e Pakistan. Durante i suoi numerosi viaggi per consulenze negli Stati Uniti strinse un rapporto di amicizia e stima con Charlotte Towle (1896-1966), alla quale editò il famoso Common human needs, vero bestseller del lavoro sociale dell’epoca, e con Katherine Kendall, entusiasta divulgatrice del social work in ambito internazionale.
Presidente dell’International Association of Schools of Social Work (IASSW) dal 1961 al 1968, ne divenne in seguito presidente onoraria. Nel 1976 le venne conferito il premio René Sand Award, il più alto riconoscimento nel campo del social work internazionale. Le furono inoltre attribuite varie onorificenze dell’Ordine dell’Impero Britannico: quella di membro nel 1946, di Commander nel 1955 e quello di Dame Commander nel 1964.
Morì in un incidente automobilistico a Raleigh, nel North Caroline, a quasi ottant’anni, mentre stava svolgendo un giro di conferenze in diversi Stati degli USA. Per ricordarla agli operatori sociali di oggi, a partire dal 1984 è stata istituita la Eileen Younghusband Memorial Lecture, che si tiene ogni due anni in occasione dei Congressi della IASSW: un esperto nella formazione al lavoro sociale viene chiamato a illustrare una tematica importante per il social work internazionale.
Bibliografìa
Bentley Beauman K. (1996), Women and the Settlement Movement, London, The Radcliffe Press. Bortoli B. (2006), Igiganti del lavoro sociale, Trento, Erickson.
First Carnegie Report (1947), Report on the Employment and Training of Social Workers, Dunfermline, Carnegie United Kingdom Trust.
Lyons K. (2003), Dame Eileen Younghusband (Jan. 1902 May 1981), United Kingdom, «Social Work and Society», vol. 1, n. 1, pp. 159-180.
Second Carnegie Report (1950), Report of the Working Party on Social Workers, Dunfermline, Carnegie United Kingdom Trust.
Towle C. (1953), Common Human Needs, New York, American Association of Social Workers.
UN Report (1958/59), Third International Survey of Training for Social Work, UN.
Younghusband E. (1959), Report of the Working Party on Social Workers in the Local Authority Health and Welfare Services, London, HMSO.
Younghusband E. (1978), Social Work in Britain, 1950-75, London, Allen and Unwin.
Fonte: Rivista del lavoro sociale, Vol. 8, n. 1, (apr. 2008, (pp. 131-136)